Relazione annuale celiachia: il punto su età pediatrica e adolescenza

E’ di qualche mese fa la pubblicazione della RELAZIONE ANNUALE AL PARLAMENTO sulla CELIACHIA   da parte del Ministero della Salute, il cui ministro Beatrice Lorenzin, sappiamo essere anch’ella celiaca.

Le indagini condotte sono state realizzate in collaborazione con diversi istituti sanitari nazionali (Clinica Pediatrica Ospedale “G. Salesi” – Ancona, Istituto Superiore di Sanità – Roma, Fondazione I.R.C.C.S. Policlinico San Matteo – Pavia ed altri), nonchè medici, come il prof. Catassi e prof. Corazza, già molto noti al mondo della celiachia e della dieta senza glutine.

Importanti novità all’interno di questa relazione riguardano la diagnosi di celiachia soprattutto in età pediatrica e adolescenziale (così come era già stato annunciato qualche mese addietro).

Prima di individuare i punti salienti di questi cambiamenti e di evidenziare i dati relativi alla celichia e alla dieta senza glutine in infanzia ed adolescenza, è importante riportare quale sia l’attuale panorama italiano in tema di celiachia.

La relazione si apre con un riepilogo di quelle che sono le informazioni già note in merito a cosa sia la celiachia, intesa sia come affezione, sia come “malattia sociale“, le strategie diagnostiche attualmente in uso (individuazione dei geni HLA di classe II DQA e DQB, gli esami sierologici e la biopsia), e prosegue con un paragrafo molto interessante su quelli che potremmo definire impropriamente “false-friends“, ovvero “Cosa non è CELIACHIA” (Allergia al glutine, Gluten sensitivity e FPIES), ed infine, un sintetico ma dettagliato riepilogo su cosa sia la dieta senza glutine

Le indagini condotte dal gruppo di studi che ha redatto la relazione affermano esserci
in Italia più di 170 MILA CELIACI.

La relazione riporta delle percentuali relative al triennio 2012-2013-2014, nella quali si nota chiaramente un incremento, di anno in anno, del numero di diagnosticati; le regioni con una maggiore percentuale di diagnosticati sono:

LOMBARDIA (18%)
LAZIO (10%)
CAMPANIA (9%)
TOSCANA (8%)

Inoltre, viene riportato, sia all’inizio della relazione (come dato saliente) che successivamente con dei grafici di approfondimento, il dato relativo alla maggiore percentuale di casi di celiachia di sesso femminile (circa 120 MILA di cui 21 MILA in Lombardia!)

Interessante è anche notare che il maggior numero di celiaci diagnosticati appartenga alla fascia di età adulta (150 MILA), mentre per quanto riguarda la fascia d’età infanzia e adolescenza, sono maggiori i casi di celiachia diagnosticati nell’arco di vita che va dai 3,5 anni ai 10 anni: 17 MILA.

Concentrandoci, a questo punto, sul titolo del nostro articolo, alcune novità importati riguardano
la relazione celiachia e infanzia/adolescenza:

  • il Ministero della Salute ha recepito le nuove Linee Guida dell’ESPGHAN, secondo le quali il protocollo pediatrico di diagnosi subisce delle variazioni in presenza di specifiche condizioni (livelli plasmatici di anticorpi anti-transglutaminasi superiori almeno di 10 volte il limite superiore della norma, positività sierologica agli anticorpi anti-endomisio, DQ2/8 positività e remissione dei sintomi suggestivi di celiachia dopo l’inizio di una dieta senza glutine) e pertanto NON sarà più necessaria l’esecuzione della biopsia intestinale per la conferma di diagnosi di celiachia.

E’ importante precisare tuttavia che queste novità, pur essendo condivise dalla maggior parte della comunità scientifica europea, non sono state condivise dalla comunità scientifica americana ed inglese, i quali nutrono ancora delle perplessità e portano avanti ulteriori studi, e tali Linee Guida non sono adottabili per la diagnosi di celiachia in età adulta.

Questo cambiamento nel processo di diagnosi in età pediatrica è significativo, poichè riduce i possibili rischi psico-evolutivi che il momento della biopsia rappresenta per il bambino (per approfondire questo argomento LEGGETE QUI).

Continuando:

  • oltre ad essere stata ampliata la lista dei sintomi per i quali è possibile avviare dei percorsi di diagnosi di celiachia, è possibile notare come tra questi ultimi NON siano più riportati i comportamenti di tipo autistico.
  • ed ancora:

    gli anticorpi anti-gliadina nativa (AGA) non hanno nessun indicazione nella diagnosi di celiachia, per la diagnosi nei bambini sotto i due anni di età, il loro dosaggio è stato sostituito con quello degli anticorpi anti-peptidi della gliadina deamidati di classe IgG.

A supporto di questi cambiamenti sono stati elaborati due algoritmi diagnostici, riassunti in flow-chart, sia per l’età adulta che pediatrica.

relazione celiachia - gluten free travel and living

Interessante è anche il dato relativo alle mense.
In Italia, le mense che su richiesta, ai sensi della Legge 123/2005, devono garantire un pasto senza glutine sono classificate in mense scolastiche, ospedaliere e pubbliche; di queste, il maggior numero di mense presenti sul territorio italiano sono quelle scolastiche ( in maggioranza in Lombardia, Piemonte e Veneto).
Questo è un dato significativo per i nostri figli, poichè, come detto in precedenza in questo post, un pasto senza glutine è un nostro DIRITTO e dobbiamo farne richiesta quando ci è necessario!

Infine, un’importante novità è relativa al fatto che da quest’anno la celiachia entrerà a far parte del Programma Statistico Nazionale. In pratica, tutti i dati sulla malattia celiaca saranno raccolti a livello regionale e saranno trasmessi all’Istituto Superiore di Sanità che provvederà ad elaborarli e a studiarli nella loro completezza al fine di valutare alcuni indicatori particolarmente sensibili, come l’età della diagnosi, i sintomi, il momento della loro comparsa, i valori degli anticorpi specifici, ecc. per poter approfondire meglio i meccanismi responsabili dello sviluppo di questa patologia e delle sue temibili complicanze.

Mi piacere chiudere questo post riportando una frase del ministro Lorenzin, affinchè possa essere di supporto a tutti coloro che si approcciano per la prima volta alla celiachia e alla dieta senza glutine, e a tutti coloro che purtroppo ancora trovano delle difficoltà ad accettare questa “diversità”:

Dopo la diagnosi, saper gestire la propria condizione di celiaco è il punto di partenza per poter organizzare la propria giornata e la propria vita sociale in modo consapevole e sereno.
È buona regola iniziare dall’educazione alimentare, senza allarmismi e senza medicalizzare la dieta.

FONTI:

  • http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2463_allegato.pdf
  • http://effectivehealthcare.ahrq.gov/ehc/products/574/2175/celiac-disease-report-160129.pdf
  • http://www.celiachia.it/public/bo/upload/aic%5Cdoc/AIC_Libro_Abstracts_2015.pdf

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