Microbiota intestinale, celiachia e gluten sensitivity…le ultime dalla ricerca

Ne abbiamo già parlato (qui), ma che novità ci sono riguardo al microbiota intestinale?

Moltissime specie animali (ma non solo animali), fin dalla loro origine, hanno stretto rapporti simbionti con microrganismi e l’uomo non è da meno. Il rapporto tra numero di cellule del microbiota e le nostre cellule somatiche oscilla tra 10-100/1

Dalla pelle alla cavità orale, dagli organi genitali ai diversi tratti delle vie respiratorie il nostro corpo è colonizzato da batteri; inoltre ultime ricerche hanno evidenziato microrganismi simbionti anche in zone del nostro corpo considerate completamente sterili fino a qualche anno fa, come mammella e vescica. L’insieme dei microbi simbionti presenti nel nostro corpo è conosciuto come “microbiota”, mentre il loro rispettivo genoma viene definito “microbioma”.

La composizione del microbiota intestinale può essere molto instabile e dipende da fattori che possono essere intrinseci (primo fattore è il S.Immuntario, ma influenzano il microbiota anche le secrezioni gastriche, il muco e accanto a questi non manca l’aspetto genetico dell’individuo) ed estrinseci (Dieta, utilizzo antibiotici, utilizzo pre-pro biotici, lassativi e molto altro).

 

Ma partiamo dall’inizio (nel vero senso della parola), come e quando avviene la colonizzazione da parte di questi microrganismi? Qual è il ruolo del microbiota intestinale?

L’intestino del neonato alla nascita è sterile. Successivamente fattori come:

  • tipo di allattamento,
  • svezzamento,
  • uso eccessivo di antibiotici entro i primi 3 anni di vita (perchè è proprio intorno al terzo anno di vita che il microbiota si stabilizza),

influenzano la formazione e lo sviluppo del microbiota. È stato inoltre recentemente dimostrato che la modalità del parto (naturale o cesario) influenza il microbiota intestinale sia in termini di abbondanza nonché in composizione.

I ruoli del microbiota intestinale sono molteplici:

  • Digestione di alcuni nutrienti (carboidrati complessi e proteine)
  • Sintesi di vitamine (vitamina K e vitamine del gruppo B)
  • Trofismo delle cellule del colon
  • Stimolazione del sistema immunitario
  • Controllo dei batteri patogeni
  • Mantenimento della barriera intestinale

 

Ma qualcosa lega celiachia, gluten sensitivity e microbiota?

In aiuto ci vengono recentissimi studi di cui uno tutto italiano.

Una condizione di disbiosi (conosciuta anche come disbacteriosi, in medicina si riferisce ad uno squilibrio microbico sulla superficie o all’interno del corpo ) sembrerebbe essere fortemente associata con la patogenesi e nella progressione di numerose malattie gastrointestinali come dispepsia, diarrea, malattia infiammatoria intestinale (IBD), cancro al colonretto (CRC), la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e la celiachia (CD).

 

La celiachia non è soltanto una malattia autoimmune su base genetica, ma è anche una malattia multifattoriale; cò significa che la mutazione genetica non causa in maniera diretta la malattia, ma predispone ad un rischio maggiore. Attualmente, nel caso della celiachia si esamina la presenza/assenza degli alleli HLA-DQ2 e HLA-DQ8. Poichè la celiachia è multifattoriale, studi di associazione genome-wide (leggete qui) recenti hanno evidenziato ulteriore 39 regioni non HLA associate alla suscettibilità allo sviluppo della celiachia – e non solo della celiachia.

La maggior parte di queste regioni presentano geni con funzioni relative all’immunità, geni che sono anche coinvolti nel plasmare il microbiota intestinale. Per esempio, una diminuzione dei livelli dell’mRNA TOLLIP è stata osservata nei pazienti celiaci non trattati rispetto ai controlli sani. TOLLIP è una proteina intracellulare che inibisce la via di segnalazione del recettore TOLL LIKE RECEPTOR. La mancata regolazione della sua trascrizione si pensa contribuisca all’infiammazione cronica nei pazienti con malattia infiammatoria intestinale e celiachia. Si crea così una disbiosi dove sono presenti specie batteriche diverse rispetto ai controlli e in percentuali ben diverse.

Diversi studi hanno dimostrato un alterata composizione del microbiota intestinale nei pazienti con malattia celiaca sia per quanto riguarda la tipologia batterica che il numero. Sebbene il ruolo del microbiota umano e della sua disbiosi sia accertato per molte malattie, molto c’è ancora da scoprire riguardo le interazioni negative e positive tra le diverse specie microbiche e quanto tali interazioni influenzino il processo della malattia.

È stato infine evidenziato il vantaggio nell’uso di probiotici. I risultati ottenuti su soggetti affetti da CD mostrano effettivamente come questi possono essere di grande aiuto nei casi di disbiosi.

Molti studi sono stati condotti su bambini, con un microbiota in disbiosi, perchè sono appunto presenti patologie, ma comunque in evoluzione; ecco perchè sono necessari studi approfonditi su un microbiota più maturo, quindi nella vita adulta, soprattutto nei casi di disbiosi. Sono anche necessari studi con più ampi gruppi di pazienti, per valutare al meglio tutte le interazioni tra le specie microbiche, ma anche tra le diverse malattie.

Come GFT&L, sempre pronti allo studio per informarvi, aspettiamo trepidanti gli sviluppi futuri.

Bibliografia e Sitografia:

 

 

The microbiota as a component of the celiac disease and non-celiac gluten sensitivity – Lotta Nylund, Katri Kaukinen, Katri Lindfors.

Salivary and fecal microbiota and metabolome of celiac children under gluten-free diet – Maria De Angelis, Lucia Vannini, Raffaella Di Cagno, Noemi Cavallo, Fabio Minervini, Ruggiero Francavilla, Danilo Ercolini, Marco Gobbetti.

http://www.gastropediatriaroma.it/

Immagini dal web

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