Giornata mondiale dell’alimentazione: diamo un po’ i numeri

16 ottobre: Giornata mondiale dell’alimentazione indetto dalla FAO.

Lo avevamo già anticipato in un precedente post e oggi ci sembra doveroso tornare sul tema perché; in definitiva questo blog si occupa di alimentazione, anche se da un punto di vista particolare e forse leggermente edonista.

Siamo fermamente convinti che nessun uomo è un’isola,  forse anche dal nostro piccolo e modesto angolo di visione possiamo portare il nostro contributo.

Oggi si stanno realizzando molteplici iniziative per aumentare la sensibilità di fronte a questi problemi.
Il tema di quest’anno riguarda la sicurezza alimentare e la nutrizione.

Il ministero dell’istruzione ha proposto di dedicare l’attività didattica nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, l’attività didattica alle tematiche relative ai sistemi alimentari sostenibili per la sicurezza alimentare e la nutrizione, nonché alla lotta alla fame, agli sprechi alimentari, alla povertà

Diamo un po’ di numeri.

La domanda, forse un po’ retorica che ci facciamo perché nonostante la cosidetta rivoluzione verde, nonostante un costante aumento generale del benessere stiamo ancora parlando di fame nel mondo.

La crescita della popolazione mondiale è tra le risposte, ma secondo la logica economica questo genererebbe una maggior domanda di beni e un conseguente aumento dei prezzi secondo una teoria malthusiana.Ma non è esattamente così.

Un articolo dell’Economist riporta i risultati dello studio di David Jacks, della Simon Fraser University sui prezzi deflazionati delle comodities. In generale le comodities sono aumentate del 192% dal 1950, ma analizzando tutto l’arco temporale risulta che quelle alimentari, come riso, grano, hanno prezzi inferiori, mentre la tensione è fortissima sulle materie prime energetiche.
La popolazione è cresciuta di 2.8 volte mentre la produzione mondiale del grano è aumentata di 3.6.

Secondo lo studio all’interno di questo trend ci sono momenti di alta volatilità e tensioni sui prezzi dovuti a picchi di domanda o decelerazione dell’economia ed è questa estrema volatilità il vero problema da gestire.
Una versione definita dall’Econimist come pessimista considera che l’aumento della produzione agricola sia dovuto a un incremento dei raccolti dato sostanzialmente dall’uso dei fertilizzanti chimici, dallo sfruttamento intensivo della terra senza preoccuparsi dello spreco. Fertilizzanti che tra l’altro prevedono l’uso di fosfati che, a loro volta, si basano su minerali in esaurimento e che avranno un futuro aumento di prezzo.
Attualmente il mondo produce il 17% in più di calorie per persona rispetto a 30 anni fa. Ci sarebbero almeno 2.720 calorie giornaliere (dati FAO) a testa ma sono distribuite in modo schizzofrenico tra la popolazione mondiale, tra chi muore di obesità e chi di fame.

Le cause della maltrunizione o della fame sono arci note: povertà data da sistemi economici dannosi, distribuzione delle risorse e delle terre assolutamente iniqua, regimi corrotti e conflittivi e una serie di circoli viziosi. E non si parla solo di paesi sottosviluppati.

La fame e la povertà generano conflitti, i conflitti generano fame e povertà.
La fame genera povertà e la povertà è fame, la mancanza di nutrienti per il corpo e il cervello non permettono di uscire dal circolo vizioso.

Per ultimo, ma non ultimo, ci sono gli effetti dei cambi climatici: inondazioni, devastazioni, perdite di raccolto.
Sembra quasi banale, no?

Eppure banale non è perché secondo le statistiche FAO tra 2010 e 2012 circa 870 milioni di persone (1 su 8) soffrono di malnutrizione cronica. Di queste 852 vivono nei paesi in via di sviluppo, Africa sostanzialmente, ma ci sono anche 16 milioni di persone malnutrite tra le nazioni sviluppate e la tendenza è in aumento perché tra 2004 e 2006 erano 13 milioni.
Ognuno tragga le sue conclusioni, ma certamente il problema politico e di definizione di un nuovo ordine economico internazionale.
Per ultimo vi lasciamo un video di un’installazione artistica del gruppo Stan’s Café del 2003 che è stata portata un po’ in tutto il mondo fino a un paio di anni fa: Of All the people in all the world.
Il concetto è semplice, immaginare una persona come un grano di riso:un grano = una persona.

I visitanti passeggiano tra pile di riso: 1000 kg sono la popolazione della Gran Bretagna, 670 kg la popolazione argentina. Una pila per i nuovi nati nel mondo e pochi chicchi per chi decide e una montagna per i bambini che in quel giorno stanno rischiando di morire di fame.

 

 

Fao: Food insecurity in the world 2012

The world bank

​Scientific America

World hunger organization

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