L’expo di Chieti: parlano Marisa Tiberio e Gianmarco Pescara

Chef Rubio durante la seconda giornata dell'expo - Immagine da https://www.facebook.com/zeroglutinexpo?fref=ts
Chef Rubio durante la seconda giornata dell’expo – Immagine da https://www.facebook.com/zeroglutinexpo?fref=ts

 

L’estate appena trascorsa ci ha visto impegnati nella partnership con  Zero Glutine, la fiera svoltasi a Chieti lungo il primo weekend di settembre. Se ve la siete persa, a tre settimane dalla sua conclusione siamo finalmente in grado di dirvi com’è andata. Abbiamo incontrato Marisa Tiberio, Presidente provinciale di Confcommercio Chieti, e Gianmarco Pescara, ideatore e responsabile commerciale dell’evento. A loro si deve l’organizzazione della prima (e non ultima!) expo del centro-sud Italia interamente dedicata ai prodotti senza glutine. Prima di passare all’intervista, lasciatemi ringraziare la bravissima Roberta D’Orazio, con la quale ho avuto il piacere di interloquire per la pianificazione della collaborazione.

Buona lettura!

 

Perché cimentarsi per la prima volta nell’organizzazione di una fiera dedicata ai prodotti senza glutine? Qual è la sfida?

Marisa Tiberio: L’idea è venuta perché alcuni associati si sono rivolti a Confcommercio chiedendo dei corsi di formazione sulla manipolazione alimentare, dettata dall’esigenza di introdurre prodotti senza glutine. Avevamo già a giugno organizzato un corso, Mani in pasta, presso le aule di Confcommercio a Chieti con lo chef Ferrarini e l’azienda Farabella, che ha riscosso molto successo, confermato da una grande partecipazione. La sfida è quella di dare gli strumenti ad alcune categorie iscritte alla nostra associazione quali alberghi, ristoranti, forni, pizzerie e bar, al fine di accrescere le loro competenze nel campo dell’alimentazione gluten free, che possa diventare un volano anche per il turismo e fare dell’Abruzzo Regione Senza Glutine.

Gianmarco Pescara: Perché bisogna offrire delle soluzioni ai consumatori così come ai professionisti. Oggi il sistema turistico italiano (e tutto il suo contorno)  deve servire una adeguata offerta; statisticamente parlando in Italia ci sono un milione di celiaci ed altri 400.000 ancora non diagnosticati, avete idea di cosa potrebbe significare se geograficamente nascesse un territorio totalmente Zero Glutine? Le attività ne beneficerebbero, i celiaci potrebbero scoprire le bellezze della nostra regione senza “barriere” alimentari, raggiungendoci anche grazie a questa nuova spinta, e di pari passo migliorerebbe la coesione sociale tra chi mangia glutine e chi no. Perché avere un territorio Zero Glutine non vuol dire solo mangiare senza glutine, ma poter far coesistere entrambe le tipologie di persone. La celiachia oggi mi piace definirla come un handicap nascosto, nascosto alla coscienza degli operatori che molte volte superficialmente pensano di rimediare con un “risotto” o con utensileria che definiscono adeguata, e nascosto alla coscienza della collettività: cosa accade se all’ingresso di un ristorante non c’è un ingresso per disabili? Come mai non ci si scandalizza se un operatore non è in grado di cucinare senza glutine? E quali ripercussioni comportano tali discriminazioni nei confronti dei celiaci e delle persone a loro vicine?

 

La comunicazione legata all’evento ha presentato l’expo come “la prima fiera del senza glutine del centro-sud Italia”. Quali sono le esigenze più sentite dal pubblico celiaco della zona?

MT: Per la prima volta il pubblico celiaco si è sentito coinvolto in un progetto di un’associazione di categoria, non solo sotto il profilo medico-scientifico ma anche sotto quello commerciale-espositivo con un’ampia scelta nel reperire prodotti senza glutine freschi e non solo sottovuoto o surgelati. Inoltre abbiamo affrontato la patologia anche come disagio sociale, pensando alle limitazioni che essa pone anche in una conviviale, oppure ai ragazzi che non possono comprare la merenda a scuola o andare ovunque a mangiare una pizza.

GP: Sicuramente credo bisogni aumentare il numero di operatori del settore Zero Glutine. Oggi la scelta di un consumatore celiaco è ancora ristretta a poche soluzioni (non mi riferisco però ai produttori;  grazie a Dio o a persone in gamba, negli ultimi tempi l’offerta di prodotti è sempre più ampia). Mentre noi dibattiamo, probabilmente qualcuno è ancora costretto a cercare sul proprio prontuario un ristorante gluten free. Questo fatto, nel mercato, comporta che con l’aumento della domanda e una offerta quasi sempre identica i prezzi aumentino: come molti celiaci ci hanno fatto notare, i costi anche di un semplice cornetto in alcuni luoghi sfiorano i 3€… Le sembra normale?

 

Quale riscontro avete avuto da parte dei vari professionisti del settore (produttori, ristoratori, albergatori)?

MT: La risposta è stata soddisfacente, non c’è stato bisogno di convincerli. Erano in difficoltà per la formazione, non sapendo a chi rivolgersi, infatti alcuni avevano già pronta la postazione “celiachia” nei loro locali ma avevano necessità di formare il personale. Lo stesso riscontro lo abbiamo avuto da parte delle aziende produttrici che hanno ravvisato nella fiera una possibilità di tessere relazioni e contatti con probabili clienti. Insomma abbiamo creato una rete, infatti gli espositori sono andati via tutti molto gratificati anche per le numerose vendite dei loro prodotti.

GP: Un riscontro molto positivo: molta presenza, curiosità, e soprattutto molti contatti instaurati con i produttori che si sono impegnati a fornire loro la possibilità di creare partnership commerciali. E poi purtroppo, come le anticipavo, sulla celiachia c’è anche molta disinformazione. Alcuni, ad esempio, sono convinti che si debbano acquistare dei macchinari appositi per trattare i prodotti, le farine, e in occasioni simili si abbattono tante false illusioni che i “venditori di fumo” hanno creato nel tempo e che sono ancora presenti, tipo le famigerate pentole anti contaminazione di glutine…

 

E qual è stata la risposta da parte dei visitatori?

MT: I visitatori sono stati tantissimi; abbiamo potuto stimare la presenza di circa 10000 persone distribuite nei tre giorni, con un picco il sabato pomeriggio quando chef Rubio è arrivato per lo show cooking.

GP: Un grande risultato, 10000 le presenze nei 3 giorni con il picco di sabato.

 

Che cosa ha riscosso maggior successo durante la fiera?

MT: Sicuramente la formazione e gli show cooking degli chef con le relative degustazioni. Hanno partecipato non solo gli operatori e i celiaci, ma anche tante persone attratte dalla presenza di chef stellati, che con la loro professionalità, notorietà e simpatia sono stati i veri protagonisti della Kermesse.

GP: Sicuramente l’interesse generale è stato mosso dai corsi di cucina pratici e dalla presenza degli chef “stellati”, ma ad onor del vero Gabriele Rubini – Chef Rubio – è stato un bel motore per la manifestazione. Infatti direi che il 50% del mio interesse personale riguardo la fiera consisteva nell’attirare i non celiaci, perché la maggioranza dei celiaci conosce i prodotti – anche se poi in fiera avevano modo di interloquire direttamente con le aziende e conoscere i segreti dei loro prodotti, come le cotture o le tecniche di manipolazione – mentre i non celiaci e gli operatori dovevano essere attratti e sollecitati a mangiare e ad imparare, tutto ovviamente Zero Glutine. Di questo ne faccio un vanto, perché è grazie ai ragazzi che hanno lavorato nella comunicazione e voi mediapartner che abbiamo ottenuto insieme questo risultato.

 

É stato difficile coinvolgere gli chef per una manifestazione tutta senza glutine?

MT: La difficoltà non c’è stata, se non quella di conciliare i loro numerosi impegni con le date della fiera. Ripeto, sono stati loro gli attori protagonisti e tutto il resto ha fatto da contorno, si è creata con loro anche una bella rete di amicizie e tutti si sono lasciati con l’intento di rivedersi a breve. Infatti abbiamo inteso questo “numero zero” della fiera come un punto di partenza e non un punto di arrivo, ed organizzeremo altri corsi di formazione avvalendoci della loro collaborazione.

GP: No, assolutamente. Anzi, si sono subito dimostrati sensibili alla manifestazione, prestandosi ad essere attori principali dell’Expo, e per questo vanno ringraziati tutti per il loro contributo.

 

Quali sono state le difficoltà principali legate all’organizzazione?

MT: Nell’organizzazione di un evento ci sono sempre delle difficoltà, soprattutto nella prima edizione, ma il clamoroso successo ci ripaga e ci consola anche per le “sbavature” che ci sono state e che in parte si prevedevano.

GP: In ogni manifestazione ci sono delle difficoltà, sicuramente la prima è quella di coinvolgere le aziende che chiaramente si sono trovate invitate a partecipare con poco preavviso, infatti alcune non hanno potuto ed altre avevano già i loro budget impegnati. Perciò la prossima volta bisognerà cominciare l’organizzazione molto prima della scorsa edizione.

 

Ci sarà quindi una seconda edizione? Pensate che sia necessario apportare dei miglioramenti?

MT: La seconda edizione ci viene chiesta da più parti. Sicuramente verrà cambiato il periodo, perché la prima settimana di settembre presuppone la perfezione del progetto ad agosto, quando l’Italia si ferma per le ferie. Poi settembre è anche il periodo delle fiere che coinvolge molti espositori ed operatori.

GP: Assolutamente sì, sicuramente impegneremo più spazio presso la Camera di Commercio, certi di una loro nuova collaborazione perché è bene sottolineare che senza la loro sensibilità a questo evento non avremmo ricevuto un contributo che ha semplificato enormemente la realizzazione, e poi ci sarà un nuovo format che vi lascerà a bocca aperta… ma questo ve lo racconteremo più in là.

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