L’esperienza di Elena: trasformare la diagnosi di celiachia in un sorriso

Elena Nasta - Gluten Free Travel and Living
Elena Nasta – Gluten Free Travel and Living

Oggi ospitiamo Elena Nasta, che gestisce il bellissimo blog la Celiaca Pasticciona.

Ci ha raccontato la sua esperienza dopo la diagnosi di celiachia e anche come è diventata non solo un’esperta di cucina senza glutine ma anche un’insegnante appassionata e generosa di questo tipo di cucina che attrae tutti, non solo chi ha problemi di intolleranza o sensibilità. E adesso le lasciamo la parola:

Sono consapevolmente celiaca da 5 anni e, in base alla mia esperienza, credo che per noi celiaci la cosa più importante sia condividere la nostra condizione. Spesso non ci rendiamo conto di quanto questo potrebbe farci vivere tutto con più leggerezza. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Salute) già nel 1945 definiva la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia e di infermità”. Chi scopre di essere celiaco è felice di avere trovato la causa dei problemi di salute e, attenendosi ad una dieta aglutinata, riesce a risolvere o quanto meno a convivere con i problemi legati alla malattia.

Elena Nasta - Gluten Free Travel and Living
Elena Nasta – Gluten Free Travel and Living

La cosa di cui non ci si occupa minimamente sono gli aspetti legati al benessere mentale e sociale. Nel nostro paese, conosciuto al mondo anche per la tradizione della buona cucina, si socializza con il cibo. Attorno ad un tavolo si chiudono i più importanti affari, si prendono importanti decisioni politiche, anche familiari. L’essere esclusi a priori da questo tipo di comunicazione è una condizione che a lungo andare ha delle ricadute sulla sfera della socializzazione. Un esempio? Proprio oggi i miei colleghi hanno mangiato tutti insieme in ufficio degustando il famoso pane nero di Castelvetrano con l’olio extra vergine di oliva appena spremuto e caciotta mentre io sono rimasta da sola nella stanza davanti il monitor del mio pc. Tra l’altro è una condizione che purtroppo non risparmia i bambini.

Sono rimasta colpita dal racconto di una bimba celiaca che si è rifiutata di fare la foto attorno alla torta di compleanno della festeggiata perché tanto lei non l’avrebbe mangiata.

Elena Nasta - Gluten Free Travel and Living
Elena Nasta – Gluten Free Travel and Living

Molti celiaci una volta scoperta la malattia, smettono di uscire, di cenare fuori, anche perché a lungo andare diventano un peso per il gruppo di amici che si vede restringere drasticamente la scelta del ristorante o della pizzeria dove andare a mangiare.

Ecco che la sfera degli amici si assottiglia e il celiaco vive una solitudine che può divenire più o meno seria e che dipende dalla capacità del singolo soggetto di reagire a questo nuovo stile di vita. Per taluni non è un problema, per altri lo diventa in modo serio.

Per non ricadere in questa forma di depressione bisogna fare qualcosa; bisogna darsi da fare.
La nascita del mio blog è stato un modo per reagire alla solitudine che la celiachia ha portato nella mia vita. Grazie a questo spazio virtuale ho potuto sperimentarmi in tante ricette convertendole in versione “senza glutine”. Non nascondo che sono state tante le disfatte, innumerevoli! Ma io sono una che non demorde e provando e riprovando sono riuscita a carpire i segreti per ricette di successo. Attraverso il blog sono riuscita a vivere la mia malattia con leggerezza, ho avuto modo di conoscere delle persone che mi hanno insegnato tanto e da cui ancora oggi imparo tanto. Gli amici sono spesso a casa mia e non si chiedono più se quello che mangiano sia o meno glutinoso perché non si accorgono della differenza. Finalmente riesco a scherzare sulla mia malattia, ad essere autoironica. Insomma, ho ritrovato il sorriso.
Avendo conquistato un discreto equilibrio mentale e sociale, ho pensato che il condividere il benessere raggiunto potesse aiutare chi ancora vive il disagio di essere celiaco. Ho pensato che organizzare corsi senza glutine potesse servire a rendere meno pesante la nostra condizione e perché no, a creare un momento per socializzare.
Ho scelto di affrontare ed esaurire ciascun argomento in un pomeriggio, presso lo showroom della Smeg all’interno di Accademia luce a Palermo. Il luogo è polifunzionale: forni classici, microonde, con cottura a vapore, con pietra refrattaria integrata, utilissima per fare un pane senza glutine gustoso e croccante, piani cottura ad induzione. C’è anche un angolo relax dove si può tranquillamente prendere un tè o un caffè scambiando quattro chiacchiere.

I temi finora affrontati sono: la panificazione (pane, pizza in teglia, pizza tonda, focaccia), i dolci da forno (crostate, pasta brisée, dolci golosi lievitati) e un appuntamento in cui ho proposto dei piatti alternativi al pane ma sicuramente d’effetto e di facile preparazione, come ad esempio i grissini aromatizzati (timo, olive e rosmarino, semi di anice, salvia, semi di sesamo bianchi e neri), le tigelle, il chapati, un pane indiano che non richiede lievitazione e che può sostituire la mancanza del pane fresco e che è in grado di rallegrare la cena magari con gli amici in terrazza. Prossimamente è in programma un appuntamento dedicato ai primi piatti in cui affronterò varie ricette che non prevedono la preparazione di pasta fresca; per la pasta fatta in casa prevedo uno o due incontri da organizzare in primavera.

Tra i corsi finora proposti, ritengo che quello che ha avuto maggiore successo sia stato quello quello sulla panificazione. E’ inutile negarlo: a noi celiaci manca terribilmente il pane! Possiamo imparare a fare mille piatti alternativi ma il realizzare il pane a casa gustoso, profumato e croccante rimane sempre tra i nostri sogni! Quando riusciamo nell’impresa la soddisfazione è massima. La prova di ciò sta nell’entusiasmo che ho potuto vedere negli occhi dei corsisti dell’incontro sul pane, pizza e focaccia. Le principali difficoltà riscontrate dai corsisti sono legate all’impasto del pane o della pizza. Molte le domande sulle miscele di farine da usare, sulla difficile manipolazione dell’impasto che risulta molto appiccicoso. Ho dovuto piegare più volte che la lavorazione di questi impasti è un’altra cosa, a partire dal rapporto tra liquidi e farina. Insegno sempre ad impastare senza l’aiuto di macchine per il pane o impastatrici elettriche. Ai miei corsi si usano solo la forchetta, la ciotola e le mani. Dopo aver frequentato il corso i corsisti mi tempestano di fotografie che ritraggono le pietanze realizzate a casa di cui sono orgogliosi e la cosa mi riempie di gioia.
Sembrerà strano ma ad ogni corso i partecipanti trovano anche il tempo per raccontare la propria esperienza, il proprio disagio, le difficoltà affrontate per individuare la malattia; alla fine socializzano a tal punto da scambiarsi email e numeri di telefono. Capita spesso che il frequentare un corso di cucina senza glutine sia un modo per passare un pomeriggio spensierato in compagnia di nuove amicizie; capita spesso che il frequentare il corso successivo diventi un modo per rivedere chi si è appena conosciuto.
Tengo a precisare che non tutti i corsisti che hanno seguito finora sono celiaci; infatti questi appuntamenti sono aperti anche a chi non è celiaco ed è curioso di conoscere questo modo alternativo di mangiare.
L’organizzare dei corsi tra le mille cose che mi vedono impegnata non è un’impresa facile, anche perché mi vedo costretta a sottrarre del tempo anche a persone a me care; è un’attività che richiede tante energie ma continuerò a farlo fin tanto che alla fine di ogni incontro vedrò nei visi dei corsisti dei sorrisi entusiasti e degli sguardi pieni di gratitudine.

Elena Nasta

http://laceliacapasticciona.blogspot.com/

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