Ottobre, il mese del melograno

Punica Granatum è il nome del frutto dell’albero della famiglia delle Punicacee.
Originario dell’Iran, dell’Asia e dell’Africa del nord si è diffuso via via in tutta Europa e successivamente anche in Messico e America.
La parola melograno deriva dal latino “malum grantum” che significa “mela con semi”.
Della mela ha la forma sferica ma la vera sorpresa sta all’interno: circa 600 piccole perle rosse, succose e lucenti caratterizzano questo frutto molto particolare, la melagrana.
Usata sia in cucina che come pianta ornamentale, la melagrana inizia la maturazione ad ottobre ed è un frutto tipicamente autunnale.
Gli arilli (i chicchi della melagrana) sono ricchissimi di proprietà benefiche, ma anche la buccia, le foglie e la corteccia.
Ippocrate ben lo sapeva: ne aveva individuato i benefici fin dai tempi antichi, anche se soltanto in tempi recenti si è potuto dimostrare quanto lungimirante fosse stato.

Composti da quasi l’80% di acqua, i semi sono poco calorici, contenendo circa 80 calorie per 100 grammi di prodotto.
Ricchi di polifenoli noti per le proprietà antiossidanti, contengono anche elevate quantità di vitamina C, di flavonoidi, vitamina K, vitamine del gruppo B, Sali minerali come zinco, potassio, ferro, manganese, rame e fosforo.
Grazie alla presenza degli antiossidanti garantisce la buona salute della pelle e dei capelli e aiuta a prevenire i radicali liberi. La presenza di un’elevata quantità di acqua e potassio aiuta a depurare l’organismo e a stimolare la diuresi.
Il succo della melagrana è un toccasana per il cuore, agendo come anticoagulante previene le malattie cardiovascolari e aiuta anche a diminuire le quantità di colesterolo cattivo nel sangue.
I semi e il succo sono coadiuvanti nel trattamento dei disturbi gastrointestinali, hanno effetti antidiarroici e combattono i parassiti come la tenia.

Il ferro presente è un valido aiuto nel trattamento dell’anemia, mentre i tannini e i polifenoli sembrano avere proprietà antitumorali, sulle quali continuano a susseguirsi numerosi studi scientifici.
Le antocianine presenti mantengono in buona salute la nostra pelle prevenendo i danni dall’esposizione ai raggi UV.
Un eccessivo consumo di principi attivi estratti dalla corteccia possono provocare intossicazione, quindi attenzione a cefalee, nausea, sonnolenza vertigini etc…
I rossi chicchi possono essere consumati al naturale, come un qualsiasi frutto di stagione, si possono consumare sotto forma di succo oppure possono essere impiegati nella preparazione di cibi sia dolci che salati.
Ed è qui che questa rubrica dedicata alla cucina gioisce della possibilità di impiegare un frutto così versatile grazie al suo sapore acidulo che dona una nota frizzante ai dolci e si sposa magnificamente coi salati.
Alla prossima settimana!
Fonte:
Tutte le immagini sono state prese dal web.
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