Glifosato Roundup celiachia e gluten sensitivity

Glifosato Roundup celiachia e gluten sensitivity

che legame?

Uno degli argomenti che ha infuocato il web durante il 2015 e che ha avuto un ritorno di fiamma in questa estate del 2016 è stata l’eventuale connessione tra Roundup, nome commerciale di un erbicida il cui principio attivo è il glifosato, la celiachia e la gluten sensitivity.

Ma come ha avuto inizio tutto ciò?

Tutto ha avuto inizio da un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Interdisciplinary Toxicology (The Journal of Institute of Experimental Pharmacology of Slovak Academy SETOX & Institute of Experimental Pharmacology and Toxicology, Slovak Academy of Sciences) nel 2013, i cui autori sono Anthony Samsel e Stephanie Seneff.

Il primo, Samsel, è uno scienziato indipendente e la seconda, Seneff, è una dottoressa, ricercatrice senior del MIT (Massachusetts Institute of Techonolgy) che si occupa di informatica, di quella branca di informatica che si occupa dei legami con le discipline scientifiche – il suo studio è nell’istituto di Informatica e di Intelligenza artificiale (MIT’s Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory).

Nella pubblicazione si parla di intolleranza al glutine e di celiachia, distinguendole in maniera precisa. L’obiettivo degli autori, come poi affermato in una intervista dalla Seneff, era spiegare quella che per loro era “una epidemia di intolleranza al glutine” e di spiegare in qualche modo una eventuale causa della gluten sensitivity.

glifosato
Incidenza di diagnosi della celiachia in Usa e residuo di glifosato nel frumento – Gluten Free Travel and Living

 

 

 

 

E’ necessario fare immediatamente un distinguo basilare: lo studio non è uno studio epidemiologico, ma è uno studio statistico.

Che significa in soldoni?

Significa che l’obiettivo principale dello studio era trovare una correlazione, un eventuale legame, tra alcune serie di dati, che in questo caso erano l’incidenza di celiachia in USA e il glifosfato nel frumento. Lo studio mirava a trovare una relazione, perché era uno studio statistico.

Uno studio epidemiologico si occupa di analizzare le cause, il decorso e le conseguenze delle malattie, si avvale ovviamente della statistica, ma non è solo uno studio statistico, perché gli scopi dello studio epidemiologico sono più ampi:

  1. Ricercare e determinare le cause di una malattia
  2. Studiare una malattia poco nota o sconosciuta e individuare percorsi di diagnosi e di controllo
  3. Acquisire conoscenze riguardanti la storia della malattia ma anche l’ecologia della malattia, l’ambiente che comporta lo sviluppo della malattia stessa.
  4. Pianificare i percorsi di controllo della malattia e monitorare il decorso
  5. Attraverso l’analisi di costi e benefici valutare l’incidenza della malattia sulla società.

Tutto questo non si ritrova nello studio di Seneff e Samsel; si parla di relazioni statistiche.

Non c’è nulla di sbagliato nelle relazioni statistiche, sia chiaro.

Però se si mette in grafico l’andamento del consumo pro capite di formaggio e il numero di persone morte perché si sono strangolate nel letto con le lenzuola da sole, guardando la loro relazione non è che si può concludere che la causa delle morti è mangiare il formaggio.

Consumo pro capite di formaggio e incidenza delle morti per strangolamento con le proprie lenzuola nel proprio letto - Gluten free Travel and Living
Consumo pro capite di formaggio e incidenza delle morti per strangolamento con le proprie lenzuola nel proprio letto – Gluten free Travel and Living

Forse c’è bisogno di approfondire lo studio, anche a livello statistico.

Ma allora qual è l’obiettivo dello studio sul glifosato e l’intolleranza al glutine?

Sul tavolo i due autori mettono una serie di conoscenze, che hanno delle chiare e comprovate basi scientifiche, come ad esempio che la disbiosi del microbioma intestinale (della quale abbiamo parlato in diverse occasioni), gli studi del Prof. Fasano sulla zonulina, ma anche studi che attestano come i residui di glifosato influenzino in modo negativo il microbioma intestinale di diverse specie animali.

La conclusione, affrettata, potrebbe essere che tra celiachia, gluten sensitivity e Roundup ci sia un legame certo. Legame certo come tra l’incidenza di morte per infezioni intestinali e il glifosato nel frumento.

Incidenza di morti per infezioni intestinali e presenza di glifosato nel frumento - Gluten Free Travel and Living
Incidenza di morti per infezioni intestinali e presenza di glifosato nel frumento – Gluten Free Travel and Living

Ma non è così semplice; il legame deve essere supportato da studi epidemiologici, accompagnati da studi sperimentali, che richiedono tempo.

Inoltre, il passaggio dagli studi in vitro agli studi in vivo, quindi su esseri viventi e poi all’uomo non è mai semplice e richiede delle tempistiche lunghissime, come dicono gli esperti.

In effetti, come poi ha ribadito la Seneff in una intervista, lo studio per la pubblicazione non è stato supportato da esperimenti scientifici, ma si è basato esclusivamente sull’analisi statistica di dati precedentemente raccolti.

Nella pubblicazione poi si esaminano altri studi, quali ad esempio i problemi della tiroide e il loro legame con il selenio, sempre comprovato da altri studi sperimentali, la deficienza di alcune vitamine essenziali come la vitamina B12 (cobalamina), l’anemia, il fatto che tra le varie persone in dialisi ci fossero persone che soffrivano di celiachia, le carenze nutrizionali, fino ad arrivare all’incidenza di cancro.

Per fare un esempio più semplice, è come se avessimo un mazzo di carte da briscola e uno di carte da scala quaranta, le mettiamo tutte a faccia in su e vediamo se ci sono carte che si somigliano o che possono avere lo stesso ruolo. Cosa succederà?

Effettivamente sono tutte carte da gioco, quindi troveremo che le carte del mazzo di briscola hanno quattro semi diversi come quelle da scala quaranta, ma ci sono delle differenze. Annullando volontariamente quelle differenze, noi vediamo che le carte in effetti sono carte da gioco e quindi potremmo concludere che le carte da briscola sono uguali a quelle da scala quaranta. Ma non è così.

Abbiamo fatto un’assunzione che non è scorretta, ma non è del tutto veriteria.

In questo studio è successa un po’ la stessa cosa: mettendo sul tavolo tutti gli studi possibili effettuati si diverse patologie, che potevano avere e che possono avere delle sinergie con la celiachia, si è provato a vedere se si legassero con altri studi effettuati sul glifosato. Però in qualche modo si sono annullate volontariamente le differenze emerse dai vari studi.

E’ innegabile che gli erbicidi siano composti tossici, la cui tossicità è provata da diversi studi chimici e tossicologici. Non è corretto dire che ci siano erbicidi non tossici, poiché in molti casi il principio attivo sembra non determinare effetti tossici, ma tale sostanza nell’ambiente, sotto l’effetto delle attività batteriche e non solo si può decomporre, si può spezzare in molecole più piccole e che si possono rivelare tossiche, a volte addirittura altamente tossiche, più nocive del composto di partenza. Ma ciò emerge dopo diversi anni, in relazione sia alla persistenza della molecola, ovvero al fatto che essa si spezzetta con difficoltà in un breve arco di tempo, in relazione al fatto che ogni organismo ha delle vie di detossificazione, ovvero dei meccanismi che permettono all’organismo di sopravvivere al contatto con sostanze nocive e tossiche, e questi meccanismi sono profondamente diversi nei differenti organismi, uomo incluso.

E’ quindi chiaro che ogni qual volta un principio attivo con funzioni come quelle di un erbicida, ma anche di un medicinale, sia immesso nell’ambiente può avere un impatto sia ambientale sia sugli organismi, uomo incluso, e che quell’impatto si rifletta sulla salute dell’organismo. Per verificare tutto ciò, serve uno studio epidemiologico approfondito.

Se così non fosse ci troveremmo sempre nella situazione di chi mangia tanto formaggio e del rischio che corre di morire strangolato dalle sue stesse lenzuola nel proprio letto.

Nel caso del glifosato sono stati fatti studi sull’incidenza di malattie renali negli agricoltori e sull’esposizione su animali e uomini, nonché altri studi riguardanti effetti sul feto (teratogenicità).

Dal 2013 la dott.ssa Seneff ha pubblicato altri studi sempre sul glifosato, cercando di trovare una relazione tra la concentrazione di alluminio, glifosato e l’attività della ghiandola pineale con l’incidenza di malattie come la demenza, l’Alzheimer, il Parkinson, l’autismo, ecc. (2015).

Questi studi però vanno valutati, esaminati e letti in maniera approfondita, perché altrimenti ci troveremmo sempre nel caso delle carte da briscola e delle carte da scala quaranta.

Per capirci meglio, supponiamo che a tavola ci siano cinque persone e quattro bottiglie di vino, la statistica ci porterebbe a dire che cosa? Intanto dovremmo sapere quanto vino contiene ogni bottiglia, supponiamo un litro per fare più facilmente i conti, allora la statistica ci dice che ogni persona ha bevuto 800 ml di vino.

In realtà la statistica ci può dire che ogni persona può bere o ha potuto bere 800 ml di vino, ma non ne ha la certezza perché non sa le condizioni a contorno, ovvero non sa se a quella tavola ci fossero uno o più astemi, se ci fossero alcolizzati o ex alcolizzati, non si sa che tipo di vino sia, quindi non si conoscono le preferenze delle singole persone sedute al tavolo, non si sa se le persone siano minorenni o meno.

Ogni condizione a contorno fornisce una informazione importante che la potenzialità espressa dalla statistica non faceva emergere, ogni condizioni a contorno spiega meglio il rischio o se di rischio si possa parlare.

Mi sentirei quasi in grado di tranquillizzare gli incauti mangiatori di formaggio, perché correrebbero gli stessi rischi di una persona che non mangia formaggio di essere strangolati dalle lenzuola nel proprio letto.

In definitiva il glifosato è responsabile della celiachia e della gluten sensitivity?

Sulla base degli studi fatti finora, non si può dire che il glifosato sia responsabile della celiachia e della gluten sensitivity.

Questo non significa che il glifosato non sia nocivo e tossico.

La celiachia è una malattia autoimmune, su base genetica, e la gliadina è il grilletto che va a scatenare questa cascata immunitaria, agendo su una parte precisa del nostro sistema immunitario. La gluten sensitivity è una malattia che ha sempre delle basi immunitarie, basi diverse rispetto a quelle della celiachia, ma da studi recenti sembra che anche per la gluten sensitivity la gliadina possa avere un ruolo preciso. E’ altrettanto vero che il panorama dei disturbi legati al glutine non è così semplice come descritto in queste poche righe, perché ci sono delle differenze importanti tra celiachia conclamata e potenziale, per esempio. Inoltre, sempre in relazione alle eventuali sinergie, la celiachia può co-presentarsi assieme ad altre malattie autoimmuni e i suoi effetti sull’organismo a lungo termine potrebbero comportare l’insorgenza di altre patologie. Questo discorso è esattamente applicabile alla gluten sensitivity e anche ad altre patologie. Potrebbe essere che le condizioni ambientali influiscano sulle diverse patologie, peggiorandone la manifestazione dei sintomi. Però, tutto questo va dimostrato con studi epidemiologici a lungo termine.

Copping (2015) afferma che è incredibile quello che la gente sia pronta a credere, spiegando che in campo scientifico tutto andrebbe analizzato sulla base di evidenze sperimentali e conoscenze che siano al di sopra del pregiudizio, che ognuno di noi può avere. Non è facile, ovviamente.

La scienza e la conoscenza non dovrebbe inseguire e nutrire le bufale-hoaxes, magarì le bufale-bufale, sì.

Perciò è per questo che informarsi ed essere consapevoli è fondamentale, ma senza demonizzazioni e sempre cum grano salis.

Samsel e Seneff, 2013, Interdiscip. Toxicol. Vol.6, 159-184

Seneff et al., 2015 Agricultural Science, vol.6, 42-70

Samsel e Seneff, 2015. Journal of Biological Physics and Chemistry 15, 121–159

Copping, 2015, Outlook on Pest Management, vol. 26(4)

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